Oggi è stata la giornata dei sensi di colpa, tre dei miei allievi erano incazzatissimi con loro stessi perché hanno fallito, sono usciti dalla pratica facendo qualche sgarro. La mente è bastarda, lo sappiamo, perché oltre a farti sentire quella vocina che ti dice di trasgredire, poi una volta compiuto il fatto ti da addosso facendoti sentire una merda.
Che è successo? Identificazione!
Più siamo identificati con la nostra mente e più siamo vittime inconsapevoli di tutti i suoi programmi automatici.
Chi vorrà agire a livello psicologico dovrà andarsi a cercare, con molta auto-analisi, quell'evento che se non fosse accaduto oggi non avrebbe quel dato problema. Un pò come aggiornare un app.
Chi invece intende seguire un percorso spirituale dovrà molto lavorare sulla disidentificazione con la propria mente. Un praticante all'inizio non ha la capacità di creare una disidentificazione immediata dalla propria mente quindi per procedere nel suo percorso deve imparare a seguire un programma bene preciso, deve seguire delle regole base di comportamento che se coltivate nel tempo diventeranno le colonne portanti della sua crescita interiore.
Il punto è che si cade! È normale, ma la caduta deve diventare un'oppotunità di crescita altrimenti si perde un'occasione. Più siamo vittime dei nostri schemi automatici mentali più andremo incontro a situazioni poco piacevoli che ci rovineranno la vita.
É questa la vera palestra spirituale, un metodo che a furia di tentare non solo aumenterà la Volontà ma si avrà una maggiore acquisizione di Coscienza.
Se non sai che regole darti io ho trovato molto interessanti le regole base dello Yoga, si chiamano Yama e Niyama.
Gli yama sono cinque regole etiche e morali universali, cinque freni o “astinenze” che limitano i comportamenti dannosi e distruttivi per lo yogi e per le sue relazioni con gli altri.
- Nonviolenza (ahimsa), - Sincerità (satya), - Onestà (asteya), - Continenza sessuale (brahmacharya), - Non avidità nel possedere (aparigraha).
I cinque niyama sono virtù e comportamenti positivi legati allo stile di vita del singolo individuo, da coltivare per migliorare sé stessi:
- Purificazione (saucha), - Accontentarsi (santosha), - Austerità (tapas), - Studio e conoscenza di sé (svadhyaya), - Abbandono alla volontà divina (ishvarapranidhana).
Ovvio che un praticante non deve entrare nella schizzofrenia dissociandosi creando un'altra personalità con tutte queste regole, ma deve trovarle dentro di Sé, nella sua morale e se guarda bene non può agire diversamente.
Perciò cari praticanti, se siete davvero delle Anime in cammino, non prendetevela se cadete, osservatevi, fate un bel sorriso e rimboccatevi le maniche, il vero lavoro non finisce MAI!
Buona Fortuna
Luigi
Comments