- Discepolo: “Scusa maestro, ma perché noi non siamo riusciti a liberarlo? Eppure ci abbiamo provato in tutti i modi e con tutte le preghiere possibili. Perché tu, invece, ci sei riuscito subito?” - Gesù chiarisce l’inghippo: “Certa specie di demoni si scaccia solo con la preghiera e col digiuno” (Mt 17,21)
Ma che segreto c’è dietro il digiuno, se anche Gesù lo ha fatto per quaranta giorni, se i santi lo hanno imitato alla grande, se i battezzanti dei primi due secoli, prima del sacramento, si preparavano con un digiuno, riconoscendovi un elemento dell’esorcismo pre-battesimale e se anche i fedeli delle altre religioni lo hanno sempre praticato? Ma perché satana è così indebolito, quando digiuniamo?
Da un punto di vista religioso, quando offriamo a Dio qualcosa che tocca il nostro corpo, si può dire che ci offriamo veramente. E’ più facile, infatti, dare dei soldi, del tempo o una buona parola; Il digiuno, invece, tocca qualcosa di vitale.
Il cibo è una questione di sopravvivenza, tocca le nostre abitudini più profonde, rivela le nostre dipendenze. Quando si digiuna a prescindere dal metodo ci sono delle "tendenze” che si chiamano: caffè… sigarette… vino… cioccolato… gelati… grappa… ecc. che ci indicano le cose a cui siamo maggiormente attaccati.
Solo con l’astinenza ci rendiamo conto fino a che punto siamo legati ai nostri piccoli o grandi attaccamenti terreni.
Il digiuno crea, in un certo senso, un vuoto, uno spazio (nella nostra anima, nel nostro corpo, nel nostro cuore) che Dio occuperà come mai aveva fatto prima. Forse proprio per questo coloro che digiunano hanno una particolare finezza e sensibilità spirituale.
Se non riesci a digiunare mangia solo pane immaginando che sia benedetto come il "corpo di Cristo". Ogni morso di fame che placherai grazie ad un morso dato al pane, significherà la tua tensione verso Colui che ti salva. E si sa: tutto ciò che ci può ricordare questa tensione è bene accetto agli occhi di Dio. Se poi unisci anche la preghiera questi vuoti che si creerano dall'astinenza verranno colmati dalle alte vibrazioni che essa crea; e ricorda, la preghiera non è una cantilena ripetuta, sono parole che dobbiamo imparare a sentire dentro.
buona pratica Luigi
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