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IL MIO NEMICO | Luigi Silvestri

Già intravedo la reazione a catena nella mente di molti praticanti..:

precursori chimici che segnalano l'insorgenza di un'emozione disegnata appositamente per soffocare logica e ragione, un'emozione che acceca e nasconde la semplice ed ovvia verità.

I nemici non sono là fuori, chiariamolo subito, ce li abbiamo dentro e la pratica ce li fa vedere.

Inutile arrabbiarsi o prendersela con chi pensiamo ci stia mettendo i bastoni tra le ruote, sono tutte STRONZATE! (anche queste vanno purificate)


Tutto dipende da noi.

Quando comprendiamo questo comincia il vero lavoro.

Da questo momento occorre andare davanti allo specchio, guardarsi per davvero e farsi un'analisi di coscienza.

La domanda che dovresti farti è:


"Chi è che vuole digiunare"?


Il punto cruciale è proprio qui.

Ho incontrato tantissimi bravi digiunanti, ma "bravo a digiunare" non vuol dire che quel praticante stia seguendo la giusta strada, e infatti molti si approcciano a questa disciplina con troppo Ego.

Preciso, non è una critica ma un errore di percorso che noto spesso.

Per questi praticanti fare un digiuno, scalare una montagna, fare un percorso di guerra, nuotare tra gli squali, è la stessa cosa.


il loro obbiettivo è arrivare alla meta.

E sono pure bravi! Il corpo fisico si purifica, diventano più belli, seguono alla lettera tutti i miei consigli ma poi succede qualcosa...

Tolta l'euforia di essere arrivati alla fine del percorso, questi praticanti rimangono un pò delusi, si aspettavano che accadesse qualcosa fuori dall'ordinario, qualcosa di paranormale, qualcosa di magico... ma niente.

Sentono che qualcosa è andato storto malgrado le glorie del fotofinish.


Il digiuno come pratica e disciplina non è minimamente paragonabile a nessun altra, è la più potente, ecco perché non la potrò mai più lasciare perché il suo scopo è DISTRUGGERE tutto quello che non ci serve.

Ma questa distruzione molti non la fanno completamente, la fanno solo parzialmente. Si tengono parti che ancora non riescono a vedere.

È una questione di identificazione.


Se digiuno come Luigi avrò obbiettivi, sarò identificato con tutto il mio background culturale di questa mia vita; e ripeto con tutto, non solo memorie ma anche atteggiamenti, modi di recepire informazioni e modi di reagire.


Se digiuno come Anima allora non avrò obbiettivi (anche se a livello razionale restano) ma si entra in uno stato di grande osservazione dove conoscere me stesso e bastare a me stesso diventa la sola cosa vera di questa vita. È proprio questa pratica che ce lo insegna.


Il mio Maestro sul digiuno una volta disse:


"2 giorni o 200 di digiuno non deve fare per te

nessuna differenza"


Chi raggiunge questo stato di comprensione, chi ricerca il silenzio come l'aria che respira, chi comprende che in questo mondo non ci serve davvero nulla, allora sperimenta cosa vuol dire Essere Anima.

Il nostro nemico sarà sempre con noi, ma possiamo scegliere di non identificarci in lui e da nemico potremmo scoprire che quella maschera che ci portiamo dietro da quando siamo nati, non è poi così male, e che la possiamo anche modificare a piacimento, basta che non prenda il controllo, basta che consapevolizziamo che sotto quella maschera che chiamiamo io siamo NUDI.


Quindi, caro praticante chi è che vuole digiunare?




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