Ci sono momenti nella vita dove veniamo sopraffatti dalle emozioni negative.
Emozioni così pesanti da non farci ragionare più lucidamente, al punto da farci perdere ogni speranza.
La vita è anche questa e il più delle volte quando arrivano questi momenti molti si sentono persi, chiedono aiuto o si lasciano andare magari commettendo qualche pazzia.
In realtà questi momenti sono occasioni per lavorare su noi stessi.
Un praticante di discipline interiori conosce bene tutte le funzioni del suo corpo biologico ed è preparato ad affrontare anche i momenti più oscuri della sua vita.
Se dovessimo fare un parallelismo potremmo dire che quando siamo in balia di emozioni sopratutto negative siamo come una barca incastrata in un vortice.
Più mi sento male e più ci penso, più ci penso e più mi sento male. Se poi siamo pure educati alla sofferenza diventa un circolo vizioso dalla quale non se ne esce più.
Quindi che fare?
Tutto parte da una presa di coscienza, cioè rendersi innanzitutto conto di cosa stiamo vivendo, magari chiedendosi:
- Che sta succedendo?
- Come mi sento?
- Cosa provo?
- Quali sono i miei pensieri?
In questo modo stiamo osservando la nostra barca/corpo con un leggero distacco che ci permette di fare un punto della situazione, ma poi ci deve essere un Atto di Volontà.
Se voglio uscire da quel vortice devo fare una scelta consapevole e decidere come agire:
Posso agire sul vortice modificandone la direzione. Se il vortice rappresenta i miei pensieri ed emozioni allora con azioni o stimoli esterni posso modificare la sua direzione, per esempio andando via (azione) da una situazione tossica o ascoltando musica positiva che mi alzi la vibrazione emotiva (stimolo esterno).
Un praticante di discipline interiori, invece con un atto di volontà sceglie di togliersi dal vortice di centrarsi sulla sua vera natura.
Emozioni e pensieri fanno parte di questo piano, ma la coscienza o quella che molti chiamano Anima non fanno parte di questo mondo ecco perché chi è centrato, chi è in connessione con la propria anima non si trova più nel vortice ma nel suo centro.
E cosa c'è al centro di un vortice, come nell'occhio del ciclone, o come al centro del nostro occhio?
il VUOTO
In questo "non luogo" della coscienza vi è solo pace e ci permette di vedere le cose, con una consapevolezza maggiore rispetto a chi è in balia del suo vortice.
Non a caso che il simbolo del sole sia un cerchio con un punto al centro, come associare l'anima al Sole.
Quando siamo centrati, non ci sono più vortici mentali ed emotivi e possiamo essere noi stessi.
Questo non vuol dire distaccarsi dalle emozioni o erigere barriere che non ci permettono di provare sentimenti, al contrario. È viverle appieno ma con una consapevolezza maggiore.
Non solo
Ma un praticante esperto non solo riesce a centrarsi ma anche a generare con un atto di volontà la frequenza vibratoria desiderata.
Molti quando sono giù non hanno voglia di praticare, ma è proprio quando ci si trova in quello stato che è il momento di lavorare su se stessi.
Buona Pratica
Luigi
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