Upavasa è un termine sanscrito che indica il giorno del digiuno (upa = vicino, vasa = dimora divina, cioè stare vicini al Supremo).
Il digiuno è uno dei mezzi più grandi per avvicinarsi a Dio.
- Paramansa Yogananda
Nello Yoga la pratica del digiuno fa parte dello Shadana (percorso spirituale) di ciascun praticante, poichè il suo effetto benefico riguarda non solo il corpo fisico ma anche quello energetico e spirituale.
Essendo la purificazione un aspetto così importante nello Yoga, anche il digiuno rientra tra le pratiche di pulizia di corpo e mente.
Upavasa può anche essere eseguito in aggiunta agli Shatkarma (shat=sei e kriya=purificazione): “Le sei tecniche di purificazione del corpo” (Nauli, Net, Basti, Trataka, Kapalabhati e Dhauti).
Per l’Ayurveda (la Scienza della Vita), la medicina risalente alla tradizione vedica indiana, la maggior parte delle malattie ha origine nel tratto gastrointestinale. Ecco perché la pratica Upavasa è considerata una delle migliori medicine preventive, dal momento che mette a riposo, per un lasso di tempo variabile, lo stomaco, l’intestino, il fegato e tutto l’apparato digerente facendo in modo che tali organi possano espellere le tossine createsi al loro interno durante i processi metabolici cellulari.
Perché praticare Upavasa
Che siate o meno praticanti di Yoga o che seguiate o meno le pratiche di pulizia Yoga, Upavasa può farvi bene a prescindere dal motivo per cui lo praticate.
E’ importante ricordare che Upavasa si pratica in armonia con i cicli della natura, ossia seguendo le fasi lunari come Ekadashi . Questo perché, grazie all’azione della luna sull’acqua contenuta all’interno del nostro corpo, otterremo una purificazione più profonda dell’organismo e si contrasteranno alcuni effetti che la luna ha sul nostro sistema endocrino.
I benefici di Upavasa sono:
Grazie al rilascio delle tossine dai tessuti favorisce la disintossicazione del corpo;
Grazie al rilascio delle emozioni aumenta la nostra capacità di connessione spirituale e mentale a tutti i livelli purificandola;
Aumento dell’energia grazie al riposo degli organi dell’apparato digerente;
Eliminazione delle tossine accumulate nel sangue e nel sistema nervoso;
Aumento di vitalità e lucidità;
Purificazione della mente dai pensieri inutili.
Come praticare Upavasa
Se siete all’inizio della vostra esperienza di Upavasa, consiglio un approccio soft al digiuno e soprattutto con la supervisione di un praticante esperto. Vi prego non fate da soli, questa è una pratica seria, non a caso faccio fare una buona preparazione e un digiuno terapeutico iniziale, già così si hanno grandissimi risultati.
Si può iniziare Upavasa con un mezzo digiuno saltando la cena e rimanendo a digiuno fino alla mattina successiva. In questo caso sono 12 ore di digiuno che non dovrebbero creare particolari problemi considerando le ore notturne dedicate al riposo.
La volta successiva si può passare al digiuno completo: la sera dopo aver cenato, si rimane a digiuno per l’intero giorno successivo (Ekadashi) e si interrompe con la colazione della mattina successiva (per un totale di circa 36 ore).
Si può fare un digiuno di sola frutta mangiando ogni tanto un frutto quando proprio il senso di fame è insostenibile, oppure bevendo solo succhi di frutta o verdura.
Solo dopo aver completato più esperienze di digiuno (circa una dozzina) si potrà praticare la vera e propria pratica Upavasa ossia il non mangiare assolutamente niente e bevendo solo acqua naturale, molto importante la programmazione e non fare cose creative. Questo dipenderà soprattutto da come ci si sentirà a livello energetico.
E’ sconsigliato intraprendere questa tipologia di digiuno senza la supervisione della vostra guida che vi darà le corrette indicazioni con la precisa procedura da seguire.
Quando praticare Upavasa
Gli antichi yogi praticavano Upavasa in quei giorni in cui i liquidi del corpo erano maggiormente influenzati dalla luna.
Ma quali sono i giorni in cui praticare Upavasa in base al calendario lunare?
Il giorno più adatto per praticare il digiuno Upavasa è in Ekadashi (in sanscrito Eka-dashi = “undici”) che corrisponde, nel calendario della tradizione vedica (calendario lunare, a differenza del nostro calendario gregoriano che è solare), all’undicesimo giorno dalla luna nuova (amavasya) e all’undicesimo da quella piena (purnima). Si può anche calcolare Ekadashi contando tre giorni prima della luna piena e tre giorni prima della luna nuova.
Miraccomando, è una pratica seria! Non fate cose creative, seguite una guida esperta!
Buona Pratica
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